curiosità stroriche padovane  1°

ANFITREATRO ROMANO - ARENA- CORSO GARIBALDI
(Marialuisa Basilicata)

L'Anfiteatro romano, detto Arena, perché vi si spargeva la sabbia "per assorbire il sangue sparso dai gladiatori e dagli animali, è riferibile ad età augustea (27a.c./14d.c.), secondo il Simioni invece probabilmente venne costruito alla fine del I°sec.dopo Cristo.

Ricordata nella tradizione dell'alto Medioevo e nei documenti fin dal 1032, l'Arena è elencata nell'atto di donazione della città di Padova e della sua arimannia al Vescovo Milone e ai suoi successori.

Passò più tardi nelle mani dei Dalesmanini che dei ruderi rimasti si servirono per fortificazioni delle loro case e dei loro orti e restaurarono il muro elittico che coronarono in tutto o in parte di merli ancora visibili sopra l'ingresso dei giardini verso gli Eremitani. Dai Dalesmanini nel febbraio del 1300 acquistava il luogo Enrico degli Scrovegni che vi faceva costruire un palazzo e una "ecclesia o cappella Santa Maria de Caritate de Arena", celebre per le sculture di G.Pisano e gli affreschi di Giotto.

Passato ai Foscari che vi eressero un bel palazzo quattrocentesco, poi distrutto, andò in proprietà ai Baglioni-Gradenigo. Nel 1880 per opera illuminata di Antonio Tolomei, sindaco di Padova, veniva acquistata dal Comune.

Accanto ai pochi avanzi dell'Arena, sono visibili sul posto alcuni tratti di pietra dell'antico acquedotto. Dove fosse il "caput aquae" o serbatoio dell'acqua di raccolta e quali acque raccogliesse, non è noto. Dell'anfiteatro romano si conservano oggi parti del muro elittico mediano, le aperture a fornice di m.2 di larghezza e numerosi frammenti fuori opera. Volendo immaginarlo com'era al tempo di Roma, si estendeva verso corso Garibaldi a nord e verso piazza Eremitani a sud. Era simile a quello di Pola e di Nimes.

Rispetto all'abitato romano, sorgeva alla periferia della città, presso l'ansa del fiume Medoacus (Brenta). Era a pianta elittica a profilo schiacciato di m.134,26 sull'asse maggiore e m.97,37 su quello minore e presentava orientamento nord-est/sud-ovest. Si basava su potenti sottofondazioni cementizie e sul suo prospetto esterno presentava un portico perimetrale di 80 arcate a due ordini. Stando alle più avanzate ipotesi costruttive, l'apparato decorativo era di ordine tuscanico in trachite e i rivestimenti pavimentali in marmo rosso di Verona (rampe,podio,vani radiali).

Sul lato sud-ovest era collocata la porta Triumphalis che dava accesso ai partecipanti agli spettacoli; sul lato opposto, a nord-est (vicino alla Cappella degli Scrovegni) era la porta Libitinensis da cui portavano fuori dall'arena i gladiatori caduti in combattimento. La distruzione dell'Arena romana probabilmente iniziò già dal sec.V° e divenne sistematica nell'XI° quando divenne cava di pietra per la costruzione di altri edifici e venne demolito il teatro.

L'edificio fu individuato nel XVII° sec. e scavato tra il 1880/81 e 1906/1907.

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